di DANILO SANGUINETI
Il gelsomino notturno, la ginestra solitaria, la rosa di macchia, l’impazzito girasole quante cose ci raccontano senza fare il minimo rumore. Tra i tanti linguaggi non verbali quello dei fiori è insospettabilmente ricco, esuberante e fitto di collegamenti ipertestuali che coinvolgono le arti in blocco. E per buon peso, se tirato su con le giuste metodologie, anche realmente ecologico. I fiori arricchiscono la terra, allo stesso tempo rendono l’azienda che li produce ‘florida’.
La conferma della politica win-win arriva da Rapallo. Una sola occhiata a cosa ha saputo elaborare l’Azienda Floricola Cuneo delizia gli estremisti dal pollice verde e silenzia i critici della caduca bellezza degli apparati riproduttivi delle piante. L’incredibile, variopinto mondo dei fiori decora, rincuora e genera profitto. Con moderazione, come il resto delle azioni compiute dal signor Carlo Cuneo, fondatore dell’azienda e ancora oggi curatore delle serre in quel di San Pietro di Novella.
Fa quasi tenerezza visitare la zona vendita in salita Bonsen, una zona accoglienza essenziale che anticipa un concentrato terzetto di serre incassate tra due colossi dell’industria locale come Interfront (materiali da costruzione) e Mares (attrezzature per immersioni). Sintesi e allo stesso tempo manifesto di un negozio che punta sulla sostanza, all’immagine pensa la sua ‘materia prima’, che stordisce la vista e l’olfatto di chi si trova a passare da quelle parti.
L’Azienda Floricola Cuneo Carlo non è tutta qui come spiega il 46enne titolare. “C’è una parte di sotto, ed è questa, dove attendiamo i clienti ed esponiamo il nostro ‘campionario’. Il grosso delle serre però sono in alto, sulla collina sovrastante la piana del torrente”.
Siamo nel cuore della frazione di San Pietro, non lontani dal centro (lo svincolo autostradale è a meno di un chilometro) eppure lontanissimi dalla confusione del centro rapallese. “Una scelta quasi obbligata. I terreni adatti alla coltivazione qui abbondavano quando iniziai 22 anni orsono. Qui abbiamo iniziato e qui siamo restati”.
Invece è stato movimentato il passaggio dal commestibile al decoro. “In avvio pensavo di puntare sulla verdura e magari sulla frutta, un genere di coltivazione che richiede meno cura e offre un riscontro più immediato”. Se è vero che a un fiore puoi rinunciare, all’insalata o al broccolo – soprattutto da quando i dietologi ne hanno imposto il consumo a chiunque tenga alla propria salute – è difficile dire no.
“Una considerazione che avevo fatto e che è valsa per avviare l’attività. Ma dopo 7 anni circa, dal 2008 in poi, decisi che la mia vera passione erano i fiori. Con mia moglie Simona, unica e fidatissima socia, decidemmo il cambio di orientamento in pochi giorni. Una volta gettato il dado non ci siamo più guardati indietro”. Perché non ce n’era, fortunatamente, motivo. “Abbiamo da subito incontrato il favore sia dei professionisti, ossia i giardinieri, sia degli appassionati”.
I fiori dei Cuneo hanno addobbato decine di case, nel Tigullio e non solo. “Con il tempo, e soprattutto grazie al passaparola di coloro che si erano trovati bene con le nostre creazioni, abbiamo creato un seguito anche fuori regione. Il fatto che Rapallo sia una città a vocazione turistica e che molti turisti abbiano un rapporto abbastanza duraturo con la nostra città ci ha aiutato”.
Tra le serre ‘di sotto’ e quelle ‘di sopra’, sono centinaia i vasi e i contenitori che come un esercito incruento di delizie assalgono il visitatore. Un dubbio: perché ‘Floricola’ e non i più canonici serra, vivaio, floricoltura? “Beh, perché quando ho aperto, pensavo a un’azienda agricola, e quando ho virato sui fiori ho pensato di lasciare nella ragione sociale la materia delle nostre produzioni. I fiori sono più che il pane che ci dà da mangiare. Sono creazioni meravigliose della Terra, un messaggio di bellezza al quale pochi si possono sottrarre”.
Sono pochi coloro che rimangono insensibili a questo fascino. “Sono molti coloro che sono desiderosi di possederlo. Debbo dire che le nostre proposte hanno da subito incontrato un discreto successo. Non voglio apparire presuntuoso: ha influito anche il nostro modo di accogliere i clienti. Cerchiamo di accontentarli in tutto e per tutto, veniamo incontro alle loro esigenze ed abbiamo messo a punto un efficiente servizio di consegne a domicilio. La nostra sede è un po’ decentrata ma grazie alle tante manifestazioni cittadine riusciamo a ritagliarci uno spazio anche altrove”.
Le ordinazioni arrivano dai singoli per la propria casa e le proprie feste, da bar, ristoranti, alberghi che vogliono ingentilire feste ed accoglienze ma anche dai giardinieri. E se vai bene a chi è del mestiere, devi per forza avere successo ovunque. “Certo gli ordini dei giardinieri sono ancora una frazione importante del nostro fatturato ma debbo confessare che il dato in aumento è quello dei clienti privati. Una crescita fattasi impetuosa dal 2020 ad oggi. Credo che la pandemia abbia avuto come effetto collaterale, secondo me da non sottovalutare, di far riscoprire a molti italiani il valore di vivere in un ambiente ‘bello’, che un tocco di verde o di mille altri colori serve a vivere meglio la propria abitazione”.
Ecologia dei sentimenti abbinata al contributo, a quella con la ‘E’ maiuscola. A ben vedere l’impresa dei signori Cuneo è una risposta a un’industria floreale globalizzata. Quella che ha costruito l’immagine di un business costruito sulla coltivazione di fiori a prezzi stracciati, su pratiche inquinanti e condizioni di lavoro ingiuste. Qui siamo dentro lo ‘Slow flower’, una filosofia che promuove la bellezza del fiore etico, sostenibile e a chilometro zero mettendo in evidenza i benefici dell’agricoltura floreale, locale e stagionale.
Dimostrare che la produzione dei fiori può essere sostenibile e organica, radicata nel proprio territorio, nel rispetto dei ritmi stagionali. Il movimento mira a sostenere una filiera corta, collegando agricoltori, fioristi, negozi e clienti.
La Floricola Cuneo per visione e comportamenti merita una menzione. Si è guadagnata il rispetto di coloro che temono il greenwashing, la mano di verde data sulle coscienze di coloro che di ecologia si riempiono solo la bocca. Carlo e Simona Cuneo fanno la loro parte per ingentilire le case e rammentare a tutti che la bellezza naturale è l’unica che sconfigge la caducità. Lo avevano capito nei tormentati Sessanta. I Figli dei fiori sono diventati nonni (i più fortunati), eppure la loro visione ha attecchito. Certi slogan, mutatis mutandis, hanno rivelato radici solide. I boomer ricorderanno ‘Mettete dei fiori nei vostri cannoni’, l’inno della controcultura hippie. Di questi tempi non appare affatto stonato.