di DANILO SANGUINETI
Un guscio di noce (lo scafo), un arbusto (il remo), l’olio di gomito (il motore): il grado zero dell’andare per mare e monti (fiumi e laghi). La semplicità unita al massimo del divertimento e il minimo dell’inquinamento. Chi prende un kayak firma un contratto senza trappole, nessuna clausola scritta in caratteri infinitesimali: tu, ‘isso’ e la meccanica dei fluidi.
La scelta di muoversi in canoa – il kayak è la variante innuit della più diffusa quanto meno performante canadese – per godere delle bellezze delle acque interne e costiere è vincente. Non è una mano di pittura color oliva sui propri ideali, rappresenta l’adesione convinta a un turismo sostenibile, a un’attività fisica salutare senza controindicazioni, a uno sport minimalista non certo minore. Il movimento dei ‘pagaiatori’ è in vigorosa crescita, e ha, se possibile, incrementato il ritmo delle adesioni nell’attuale complicata fase storica.
È pertanto confortante sapere che proprio nel Levante Ligure è sorto e prospera un team di costruttori di kayak conosciuto e apprezzato nei Cinque Continenti. Un’eccellenza mondiale targata Casarza Ligure. La ditta Kplast che costruisce e vende i kajak della linea Exo: un campionario che comprende modelli di ogni foggia e qualità, in grado di soddisfare sia il campione stazza armadio così come il ragioniere brianzolo che vuole mettersi alla prova usando braccia e schiena come propulsori.
Kplast è sempre stata in prima fila, non ha seguito ma ha tracciato la via e oggi raccoglie quanto seminato dal 1990 ad oggi. Piazzata al centro di uno dei tre siti che assieme costituiscono la Plastic Valley, una serie di fabbriche e aziende leader in diversi settori delle produzioni plastiche e che fanno della Val Petronio zona di grande contenuto industriale e di altissima qualità di resa e vendita. A spiegare il segreto del loro successo è Davide Bonaglia, uno dei cinque direttori del team Exo Kayak.
“La nostra storia è lineare, sebbene ci sia stato qualche passaggio obbligato e complicato”. Un po’, se ci pensate, come nelle gare di slalom olimpico, dove nella discesa a valle si debbono compensare rapidità e agilità in modo da non saltare alcuna porta. “La fabbrica venne fondata oltre 30 anni fa, poi nel 2007 subentrammo noi. Stesso posto, in via G. Farina 16 a Casarza Ligure, da lì in poi la Kplast ebbe come attività principale quella di produrre la linea di nostra autonoma invenzione Exo Kayak”.
Un momento scabroso appena dopo il subentro: “Eravamo in pieno shock finanziario, il mercato del Fun & Sports andò in crisi come molti altri settori, con la complicazione che in periodi di ristrettezze i primi buchi che si fanno alla cintura riguardano ciò che viene percepito come superfluo…”.
Ma la Kplast aveva risorse e capacità per reggere all’urto. “La nostra forza è sempre stata, oltre a quella della qualità della progettazione, della diversificazione. Se oggi siamo arrivati ad avere oltre 60 modelli in produzione è perché abbiamo rifiutato di specializzarsi (che significa anche fossilizzarsi) su un solo ambiente. Fiume e Mare per esperti e atleti, Fun (acrobazie) per i più giovani e avventurosi, Sit on Top per esordienti o per chi non ha o non ha più particolari qualità atletiche. Insomma diamo la possibilità di salire a bordo a tutti, dal ‘pro’ all’‘absolute beginner’”. Quindi produzione e commercializzazione di kayak e canoe in polietilene.
“I nostri progetti sono realizzati con software all’avanguardia e una maniacale cura dei particolari. Ci siamo arrivati attraverso una serie di passi che ricalcano quelli compiuti in questo trentennale dall’industria della plastica. Siamo partiti dalla passione di due persone per uno sport. Negli anni i nostri modelli, inizialmente prodotti solo per conto terzi (importanti marchi europei), hanno incontrato crescente favore. Questo ci ha consentito di dedicarci ad altri prodotti in rotazionale destinati all’industria. Da cosa nasce cosa: accumulata una grande esperienza nell’utilizzo di materiali sofisticati abbiamo raggiunto soluzioni ingegneristiche innovative per la realizzazione di stampi”.
Ecco quella che da queste parti chiamano ‘Exoperience’: difficile da dimenticare. Un po’ come una celeberrima ditta di liquori prometteva in un carosello di tanti anni fa: “Assaggiami e diventeremo amici”. Infilati o sali su una delle canoe coloratissime di Exo e ti convince che non c’è di meglio per le prime ‘pagaiate’.
È il momento di svelare chi c’è dietro il marchio luccicante. “Si deve cominciare da Tomaso Dentone, 55 anni, nato e cresciuto in ambiente marinaro, ma da sempre appassionato di montagna, scoprì nel kayak la perfetta sintesi per apprezzare l’uno e l’altra. Iniziò a progettarli e costruirli in un locale sotto casa. Da lì un percorso imprenditoriale che lo ha portato a essere fondatore, direttore generale e progettista del brand Exo. Dal 2019 è anche promotore e socio di Arc – Alpine Rider Center, importante progetto di attività outdoor in Valsesia alle pendici del Monte Rosa e dal 2020 co-promotore del progetto innovativo Sailapp, formazione nautica-sportiva con utilizzo di tecnologie ‘live on-board’”.
Poi c’è Marco Melani, 52 anni, fin dal 1989 operante nello stampaggio rotazionale, “continua ad arricchire la sua esperienza nel settore fino al 2000 quando diventa responsabile di produzione e nel 2009 socio tecnico e co-fondatore di Kplast e del brand Exo. Si occupa della gestione degli ordini industriali e dei kayak unitamente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture e dei macchinari aziendali”.
Ai due oldies si affiancano i due baby. “Nicolò Melani, 26 anni, laureato. Giurista di Impresa e dell’Amministrazione, più partecipazione ad un master in Business Administration alla facoltà di Economia. Dal 2020 lavora con Exo Kayak, collaborando alla gestione degli ordini nazionali e internazionali oltreché all’ambito contabile e di marketing. Cura inoltre la rete di siti internet e canali social aziendali promuovendo le attività e i prodotti realizzati. Jacques Gilardone, 32 anni, dopo essersi laureato in comunicazione a Milano ha viaggiato per il mondo in kayak per 3 anni, spostandosi poi a vivere a casa sua in Valsesia. Da quel momento si allena in fiume e sulla neve, arrivando ad ottenere le qualifiche di maestro nelle discipline di Kayak e Snowboard. Parallelamente, collabora con Exo Kayak dal 2014, prima sponsorizzato, poi come Tour manager, promuovendo il marchio in Europa e nel mondo fino al 2018, partecipando a gare, raduni e festival. Organizza e gestisce, insieme alla direzione, il Team e i rider della famiglia Exo, ossia 32 agonisti. Ad oggi, è impegnato alla creazione di un centro Outdoor e una scuola di Kayak in Valsesia, l’Alpin Rider Center, che ha l’ambizione di essere un centro di prestigio internazionale nel mondo del kayak e una base per gli amanti degli sport all’aria aperta”.
Il trait d’union, l’uomo che deve tenere assieme le due generazioni e le diverse esperienze, non può che essere… il narratore. “Ho 46 anni, ragioniere, vivo a Casarza, sono sposato con Elena, due figli. Nel 2000 ho iniziato a fare esperienza nel mondo del Rotational moulding (lo stampaggio della plastica tramite macchinari rotanti). Nel 2009 ho preso parte alla costituzione della società Kplast srl, ne sono socio ed amministratore”. Nella sua qualità di ‘regista’ ha tutte le informazioni per sapere se il film di successo avrà un seguito. Soprattutto se farà i conti con tempi quanto meno complicati.
“So di andare controcorrente ma in questi ultimi tre anni le cose per noi sono andate di bene in meglio. Abbiamo avuto un netto incremento negli affari dovuto senz’altro alla pandemia ma non solo. Da un lato la necessità di isolarsi ha trovato una logica risposta nel comprare una imbarcazione dove si sta soli o al massimo in due. C’è stata una riscoperta del turismo ecologico, dell’andare per fiumi e laghi appartati, oppure navigare su tratti di costa poco frequentati. Sono saltati fuori posti belli, anzi stupendi che sono raggiungibili molto più facilmente a bordo di una canoa. Senza fretta e godendosi ogni centimetro di natura che si incontra”. Uno slancio che ha colpito persino i poco avventurosi (e assai pantofolai) connazionali. “Sino al 2020 il 90% dei nostri ordinativi arrivava dall’estero. I paesi anglosassoni e il Nord Europa facevano la parte del leone. In questo biennio oltre che iniziare una linea di commercio con Australia (in grande espansione vista la spropositata massa di kayakisti di quella nazione) e Giappone, altro paese dove la canoa sta diventando una religione, abbiamo incrementato le vendite sul mercato interno. Il trend è positivo”.
Una sfolgorante conferma del motto che campeggia nell’ufficio del ‘ragionier’ Bonaglia: La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo. “Ci crediamo e ci abbiamo sempre creduto in quello che stiamo facendo. Diamo lavoro a venti persone qui a Casarza e promuoviamo uno sport e un’attività ricreativa che si adattano alla perfezione alle esigenze di uomini che vogliono (ma forse sarebbe giusto dire ‘devono’) ripensare il modo di relazionarsi con la Terra, con l’ambiente che li circonda”.
Potrebbero scegliere come motto: ‘Exo Kayak, l’unico polimero che non fa danni, anzi fa bene alla tua salute…’. L’unica costruzione in plastica che è ammissibile, persino dilettevole vedere immersa nelle martoriate acque del Pianeta. Puoi usarla per anni e torna sempre da dove è venuta (salvo imbarazzanti naufragi). Se è vero che non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, è confortevole sapere che ci si può immergere sempre con lo stesso scafo.